Non sono più impaurita. Ora, nulla mi preoccupa. Sono così contenta. Con Greenson le sedute si fecero through through più frequenti (non solo una al giorno, anche due volte al giorno) e Marilyn divenne un’ospite fissa della famiglia Greenson: si fermava a pranzo, aiutava los angeles signora Greenson a lavare i piatti, insegnava alla figlia a truccarsi ed a ballare il twist. Greenson violò endless regole della prassi psicoterapeutica e si giustificò affermando che offrire a Marilyn un esempio di quel calore di famiglia normale, che le period mancato in un’infanzia trascorsa tra orfanotrofi ed affidi, avrebbe giovato all’analisi. Il five agosto 1962 Marilyn Monroe fu trovata morta, nuda sul letto, il telefono in mano, un flacone di barbiturici sul comodino. Angosciato dalla morte di Marilyn, Greenson cominciò a saltare gli appuntamenti con i propri pazienti, a piangere durante le sedute, e in preda alla depressione dovette ricorrere a sua volta alle medication di un analista. Anna Freud gli scrisse parole d’incoraggiamento: Uno s’interroga sempre in step with capire dove avrebbe potuto fare meglio e una cosa del genere lascia un tremendo senso di sconfitta. Ma, sa, penso che in questi casi siamo davvero sconfitti da qualcosa che è più specialty di noi e consistent with los angeles quale l’analisi, con tutti i suoi poteri, è un’arma troppo debole. Diario di una schizofrenica Freud aveva sostenuto che le tecniche analitiche potevano curare solo «le piccole nevrosi» (die Kleine Neuroses). Riteneva che l. a. schizofrenia derivasse da fattori biologici e che le tecniche analitiche non potessero avere utilità alcuna. Ciò non impedì che nel volgere degli anni alcuni psicoanalisti osassero cimentarsi con los angeles «crudele regina» delle malattie mentali. period il 1930 quando Renée fu indirizzata a Marguerite Sechehaye, eminente psicoanalista di Ginevra. Indirizzando los angeles propria paziente alla psicoanalista, il neuropsichiatra l’accompagnò con queste parole: «Si tratta dell’inizio di una schizofrenia e l. a. psicoanalisi è inutile; si può in step withò arrecare un certo sollievo all’ammalata cercando di farla parlare». All’epoca Renée aveva 18 anni. Venticinque anni dopo, raccontò i suoi dieci anni di analisi in un diario scritto in collaborazione con Marguerite Sechehaye, un diario che non è solo una rara testimonianza clinica, ma «un’opera poetica», come disse Cesare Musatti quando ne currentò l’edizione italiana. Renée aveva conosciuto sin da bambina delle sensazioni d’irrealtà che negli anni erano divenute frequenti e si accompagnavano a sentimenti di paura crescente. Nel capitolo intitolato Incomincio il trattamento psicoanalitico e trovo una Mamma, descrive il mondo dell’irrealtà e della follia che l’assorbe sempre più con queste parole: I primi due anni di analisi furono una lotta titanica e continua contro l. a. paura ed il paese della Luce, come l’ho soprannominato… in line with me, los angeles follia period un regno opposto a quello della realtà, dominato da una luce implacabile, senza ombre, accecante. period un’immensità senza limiti, desolata e squallida; un paese minerale, lunare, gelido come le steppe del Nord.